Allo Stampacchia la testimonianza di una madre colpita da una tragedia
Il 24 novembre 2023 il Liceo Statale “G. Stampacchia” di Tricase ha tenuto un incontro alla presenza della
signora Imma Rizzo, madre di Noemi Durini, la sedicenne di Specchia che fu uccisa a coltellate dal fidanzato, Lucio Marzo, tra l’agosto e il settembre 2017.
A distanza di sei anni dal tragico episodio che inquietò l’intero territorio anche per la crudeltà e
l’efferatezza della dinamica – il cadavere della giovane fu ritrovato coperto dai massi nei pressi di un pozzo
a Castrignano de’ Greci – i rappresentanti d’Istituto hanno inteso dedicare l’assemblea al ricordo e alla
riflessione su un tema attualissimo e dirimente nella società odierna.
Ad accompagnare la madre della vittima era l’avvocata Valentina Presicce, che ha seguito il caso sin
dall’inizio e ha spiegato gli sviluppi del processo che ha portato alla condanna a 18 anni e 8 mesi
dell’assassino reo confesso. L’evento ha visto la partecipazione massiccia e interessata degli studenti, i quali
hanno potuto ascoltare la toccante testimonianza della signora Rizzo che ha voluto ripercorrere i
drammatici momenti vissuti tra la speranza di ritrovare in vita la propria figlia nei circa dieci giorni di
ricerche e il dolore successivo al ritrovamento del suo cadavere.
Numerosi sono stati i passaggi che hanno generato un forte impatto emotivo tra i ragazzi che, grazie alle
sue parole, si sono sentiti toccati dalla sua sofferenza e spronati a meditare sul fenomeno della violenza di
genere.
“Apprendere del ritrovamento di mia figlia è stato straziante, un dolore immenso che non auguro mai a
nessuno di provare. Quel giorno, insieme a mia figlia, sono morta anch’io.” Queste le struggenti parole di
un genitore distrutto dalla sofferenza, costretto a convivere con un vuoto incolmabile, generato dalla
perdita della propria “bambina”, tanto più per le modalità in cui è maturato il delitto (la ragazza fu sepolta
mentre ancora respirava). La signora Rizzo non ebbe la possibilità di dirle addio per un’ultima volta, se non
durante il suo funerale, davanti ad una bara bianca.
“Voleva aiutare i bambini in difficoltà, facendo sostegno nelle scuole. Voleva visitare tanti luoghi, vedere le
montagne, il mare, la natura, le città. Voleva sposarsi, avere dei figli, indossare l’abito bianco e trasferirsi in
un’altra città, dalla sorella, una volta finite le superiori”. La madre prosegue raccontando le aspirazioni e i
sogni di Noemi, ricordando la vitalità che le apparteneva, spezzata definitivamente da quel gesto spietato.
Rievocando la memoria di un’adolescente allegra e solare, in cui ogni giovane donna può immedesimarsi,
gli studenti sono stati sollecitati a ricercare la felicità attraverso l’amore vero, il sentimento puro, e a
rifuggire da ogni segnale di ossessione, possesso e oppressione.